Il commento di Ivan di Spirto


Vuoi sapere il mio commento personale? Il potere del tango è la presa sul pubblico. Nella sua musica c'è quasi tutto: il percorso umano della tristezza, l'amore deluso, l'abbandono.Nei testi molto spesso si nota come si mettano in risalto temi come la mancanza della libertà (ricordiamoci la pesante dittatura che un Paese come l'Argentina ha dovuto sopportare per lunghissimi anni), la lontananza dalla propria casa, la nostalgia della propria terra, i ricordi delle persone più care, il corteggiamento verso una donna, gli amori impossibili e ...perfino storie di vita contadina. Ah, se le nostre menti fossero libere di parlare mentre balliamo tango...!

Ivan Di Spirito

Articolo apparso sul quotidiano LIBERO giorno 01/10/2006 di Anna Corradini Porta.

Ci sono manager che lasciano in fretta e furia un consiglio di amministrazione per una milonga. Ci sono architetti che rimandano l'appuntamento con un cliente miliardario per un paso doble. E' il momento del tango. Tornato prepotentemente di moda, questo ballo dall'insinuante magnetismo erotico, sta conquistando l'upper class milanese. Tutti a lezione di tango. Escono la sera col buio, mai prima delle undici. Passo svelto, aria circospetta, occhiali neri. La macchina con l'autista lasciata cinquecento metri dalla scuola di ballo. Che non si sappia chi sono. Che non si sappia dove vanno. Ma dove vanno? Vanno a lezione di tango. Film come "Shall we dance" con Richard Gere e "Vuoi ballare" con Antonio Banderas hanno fatto da richiamo, hanno svegliato l'interesse. Al suono del bandoneon, che dà a questa danza la caratteristica cadenza struggente, insospettabili signori cercano di carpire i segreti delle movenze, dei passi difficili e sensuali, alla ricerca di nuove emozioni. Il tango non è un ballo come tutti gli altri, è un atto di seduzione, è un momento erotico, è quasi un amplesso. Basta col rock, col rap, con la salsa, con la rumba, col merengue: basta coi balli dove uno sta di qua e l'altro di là, dove non ci si sfiora nemmeno, dove non si scambia una parola, dove si è assordati dal rombo della musica. Il tango riporta il piacere di abbracciare la donna, si sentirla addosso al proprio corpo, di ascoltarla fremere per il contatto.A Milano, come del resto in altre città, si sono "ammalati" in tanti di tango soprattutto, chissà perchè, i grandi professionisti, i finanzieri, i manager.Ma cosa cercano in questo ballo? "Lo trovo estremamente romantico e sensuale" dice un avvocato quarantenne che non vuole svelare il suo nome. "Viviamo un'epoca improntata al sesso. Si fa sesso con grande facilità, senza preamboli, senza spessore, senza un totale coinvolgimento. Il tango invece è sensualità, che è una cosa totalmente diversa. Il tango è pieno di sottintesi, è la difficile conquista di una donna. C'è un termine infatti, che definisce la donna nel tango: la siguidora. Devi infatti convincerla ad appiccicarsi al tuo corpo, piegarla ai tuoi movimenti, a imporle un'intesa immediata che nel tango ha un nome: afinidad".Per imparare i segreti del tango, manager volenterosi vanno a lezione alle undici di sera, pronti a passare sotto le forche caudine di una maestra tanguera che non risparmia insulti e rimbrotti. A Milano ce n'è una bravissima, che fa scuola in via Washington, che non ha pietà per nessuno. Sere fa, a un famoso architetto non troppo portato per il ballo, ha gridato davanti a tutti: "Lei non balla il tango. Lei sembra seduto su un cesso!". Crisi tremenda dell'architetto, ma voglia di ricominciare a denti stretti.La cosa strana è che la malattia ha colpito più gli uomini che le donne. "Perchè sono loro a condurre, a prendere l'iniziativa, a volere fare della donna l'oggetto dei desideri" spiega la moglie di un commercialista totalmente preso dal tango. "Io invece non amo essere un'oggetto e non voglio piegarmi ai voleri dell'uomo".

Anna Corradini Porta.