SANTA LUCIA: LE ARANCINE PALERMITANE e la CUCCIA

Il giorno di Santa Lucia, il 13 Dicembre, la tradizione vuole che a Palermo non si possa mangiare pane e pasta. Ma di sicuro a Palermo non si muore di fame anzi! Infatti in ogni casa si preparano o semplicemente si acquistano arancine e cuccia.

L'arancina, come viene chiamata a Palermo, e' una ricetta che deriva dalla tradizione araba. Portati alla notorieta dal famoso testo di Camilleri, gli arancini di Montalbano, le arancine o "arancini", rappresentano uno degli elementi maggiormente tipici della tradizione culinaria siciliana.

A Palermo e facile trovarli in una qualsiasi friggitoria o rosticceria della citta. Gli ingredienti per circa gr. 500 di riso sono:- gr. 400 di carne tritata - gr. 400 di piselli freschi - 2 uova - gr. 100 formaggio pecorino - gr. 500 pomodori da salsa – estratto di pomodoro, sedano tritato- prezzemolo tritato - cipolla bianca- olio, sale, pepe e facoltativamente passolini e pinoli. Il procedimento prevede: Per ottenere il condimento lavare il prezzemolo ed il sedano, tritarli finemente assieme alla cipolla, mettere tutto in un tegame con un filo d'olio, la carne tritata, ed il sale necessario. Fare rosolare almeno per dieci minuti poi mettere i piselli e fare cuocere a fuoco lento mescolando spesso. Occorre raggiungere per il condimento, una consistenza piuttosto densa perche altrimenti le arancine si apriranno -squacchieranno- durante la frittura. Pepate a piacere. Lessare il riso in una pentola con acqua salata q.b.; sgocciolarlo al dente e lasciarlo raffreddare per almeno cinque minuti; mescolarlo quindi con le uova ed un cucchiaio di farina bianca e lasciarlo riposare ancora per altri cinque minuti. Fare all'interno delle proprie mani disposte a conca delle mezze palline ben compatte e introdurvi il ragu preparato precedentemente e ormai ben freddato. Chiudere la pallina con la meta mancante e compattarla bene con le mani. Passarla poi nell'uovo sbattuto e nel pane grattugiato. Friggere le arancine cosi prodotte in una padella con olio ben caldo e quando sono dorate porle su carta da cucina e servirle ben calde. Il condimento puo essere arricchito di passolini e pinoli.

 

LA CUCCIA

Che Siracusa sia stata colpita da una grave carestia nel 1646, durante la dominazione spagnola, e' storia. Che nella disperazione del momento sia giunta una nave carica di frumento e che questa circostanza sia stata ritenuta un miracolo, e' possibile. Certo e', pero', che da quel momento alla devozione per Santa Lucia e stato associato l'uso del mangiare cuccia il 13 dicembre di ogni anno. Il nome "cuccia" puo derivare dal sostantivo "cocciu", chicco, o dal verbo "cucciari", cioe mangiare un chicco alla volta. La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano su tetti per essere catturate dagli uccellini.

Ingredienti: gr. 300 di frumento; gr. 100 di ceci; 2 foglie di alloro.

Procedimento: ponete frumento e ceci in acqua fredda e lasciateli per una dozzina d’ore, poneteli poi sul fuoco in una pentola piuttosto grande e fateli bollire molto lentamente fino a quando il frumento sara tutto aperto e l’acqua sara color latte. Potrete allora condire in diversi modi: con latte e zucchero, con ricotta, cioccolato e cannella, con olio, sale e pepe, con mostarda e miele.